Archive for Marzo, 2015

“Un ponte per Ayotzinapa” da Berlino verso il Messico

“Siamo qui, amiamo il Messico e ci risulta impossibile slegarci della scomparsa dei 43 studenti normalisti di Ayotzinapa …”, ha dichiarato Elena Poniatowska in occasione di una premiazione a Città del Messico. Dopo aver assistito all’evento “Un Ponte per il Messico” svolto a Berlino, aggiungerei al commento della giornalista messicana quanto segue: anche per chi si trova lontano, e precisamente perché ama il Messico e lo porta con sé, risulta impossibile slegarsi della scomparsa dei 43 studenti di Ayotzinapa e rimanere a braccia incrociate davanti a tale situazione.

Le diverse manifestazioni contro la violenza e l’impunità da parte della società messicana dopo l’accaduto ad Ayotzinapa sottolineano uno scontento contundente verso le azioni governative in Messico. Le dimostrazioni a riguardo sono molteplici e vanno dalla dinamicità digitale da parte di milioni di utenti delle reti sociali, passando per la partecipazione a manifestazioni in luoghi pubblici, sino all’organizzazione di iniziative volte a dare maggiore visibilità alle ingiustizie commesse in Messico.

“Un Ponte per il Messico” come denominato dai suoi organizzatori, composto da 3 grosse iniziative, si è svolto a Berlino, e risulta un chiaro esempio, tra tantissimi altri esistenti, di come la volontà, l’impegno, la professionalità e il lavoro di un gruppo di giovani messicani in un Week end possano contribuire allo scambio di idee e conoscenze, a chiarificare problematiche contorte e ad amplificare la visibilità di quanto accade in Messico a livello internazionale.

Foto: Vicky Nuñez

Il Congresso (19-20 febbraio, Lateinamerika-Institut / Freie Universität Berlin)

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“Dopo Ayotzinapa: Stato, Crimine organizzato e Società Civile” è stato il nome del Congresso svolto il 19 e il 20 febbraio, in collaborazione con diverse organizzazioni e Istituti internazionali tra i quali: Heinrich Böll Stiftung, l’Istituto di Studi Latinoamericani della Freie Universität Berlin, Il collegio di Laureati e l‘Associazione México vía Berlín. L’evento ha visto la partecipazioni in due giorni di diversi studiosi, accademici, attivisti e curiosi di diverse nazionalità, con una eta’media di 30 anni, che hanno condiviso il proprio lavoro, discusso diversi argomenti e riformulato nuove domande. I principali obbiettivi dell’evento sono stati la creazione di spazi di riflessione teorica e divulgazione cosi come il chiarimento di alcuni concetti per fare fronte a rappresentazioni stereotipate generate dalla situazione di violenza in Messico.

I Concetti

Il concetto di “violenza”, asso centrale delle problematiche, è stato abbordato in questo Week End su diversi livelli: dalla “violenza significativa” alla “violenza fisica”. Per capire la portata del danno è fondamentale conoscere le caratteristiche dell’autore che esercita la violenza, ovvero, se si tratta di una persona, una personaggio pubblico, un gruppo delinquente o uno Stato.

La “violenza significativa” come hanno spiegato Rodrigo Llanes Salazar e Adalberto Lopez Carballo al Congresso, può modificare o delegittimare azioni o significati assegnando attributi sbagliati perfino razzisti a persone o a termini. Un esempio chiaro è quello che è stato utilizzato dal Sub direttore di Assegnazioni di Borse di Studio Nazionali del Consiglio Nazionale di Scienza e Tecnologia (Conacyt), Francisco Victoriano Pagoaga, quando ha denominato gli studenti scomparsi “Ayotzinacos”, termine che ha messo in evidenza il razzismo e il classismo che purtroppo ancora impera in alcuni ambiti in Messico.

Foto: Vicky Nuñez

Dalla violenza fisica in questione, si son chiariti due concetti chiave : “sparizioni forzate” ed “esecuzioni extragiudiziali”. Dopo Ayotzinapa non si può più nascondere lo stato di Violenza che si vive in Messico e la responsabilità delle autorità messicane. Il significato i questi due concetti è chiave per capire l’impunità.

Per “sparizioni forzate” s’intendono l’arresto, la detenzione, il rapimento od ogni altra forma di privazione della libertà commessa da agenti dello Stato, da persone o gruppi di persone che agiscono con l’autorizzazione, il sostegno o l’acquiescenza dello Stato.

Le “esecuzioni extragiudiziali” (dette anche “extralegali” ) sono le uccisioni intenzionalmente commesse da (o con il coinvolgimento di) organi statali e che siano, al tempo stesso, illecite dal punto di vista del diritto interno.

Le Armi

Parlando di violenza fisica non si possono tralasciare i principali strumenti per esercitarla: le armi. Su questo argomento, purtroppo, lo Stato messicano e lo Stato Tedesco sono coinvolti e hanno le proprie responsabilità.

Foto: Vicky Nuñez

La Germania, terzo Paese esportatore di armi al Mondo, secondo la ricerca realizzata dalla Associazione Mexico Via Berlin, ha la sua fetta di responsabilità per quanto riguarda la presenza illegale di armi in Messico. Il Ministero dell’interno tedesco ha l’incarico di controllare l’esportazione di armi tedesche nel mondo e sopratutto nei Paesi considerati “Zona di conflitto”. A quanto emerge dalla ricerca, non solo non c’è un controllo “preciso” circa l’esportazione (e di conseguenza la presenza illegale di armi tedesche in Messico), si riscontra inoltre,un mancato controllo sull’ esportazione e vendita di macchine fabbricatrici di armi.

Altri dati sottratti alla ricerca, spiegano come diverse modalità di collaborazione nel settore di Sicurezza in Messico, quali programmi di addestramento tra gruppi polizieschi o militari, potrebbero, alla fine beneficiare esclusivamente l’industria delle Armi.

La Festa (20 febbraio / Subversiv)

A chiusura del Congresso, non poteva mancare la parte gioiosa con cui i messicani si aiutano nel fronte ai propri problemi: una Fiesta. Come nei migliori “bailongos” di strada , in pieno centro Berlino, la festa denominata “Cumbia un Cambio – Solidalparty por Ayotzinapa”, accolta dal “Subversiv” e organizzata dall Colectivo 43, è stata l’occasione per ballare, parlare, bere un “trago solidario” e assagiare “Quesadillas” o “Molletes” con tanto di “Chile Chipotle” e “Salsa Pico de Gallo”. I guadagni ricavati da questo evento saranno inviati alle famiglie degli studenti scomparsi attraverso www.betterplace.org.

Foto: Vicky Nuñez

Il Laboratorio (21 febbraio – Rosa-Luxemburg-Stiftung)

Il 21 febbraio sera, con tanto di stanchezza, è rimasta l’energia per svolgere il laboratorio su “Il Tribunal Permanente dei Popoli (TPP) – capitolo Messico, letture e prospettive”. Un momento per spiegare e chiarire quali sono le funzioni di questo Tribunale, il lavoro che svolge, e la discussione di alcune questioni.

Il Tribunale raggruppa prove per realizzare un Giudizio di coscienza allo Stato Messicano. Dopo il caso Ayotzinapa, il TPP ha colto una forte affermazione: “E’ stato lo Stato”. Questa frase si pone in qualità di seme di diverse domande sulle quali riflettere quali: Cosa è lo Stato? Chi è lo Stato in Messico? Quali sono le finalità e i limiti dello Stato? Come può uno Stato corrotto compiere uno Stato di Diritto? C’è in Messico uno Stato Fallito, Autoritario, un Narcostato, o qualcosa di diverso?

Accorciare le distanze tra il Messico e la Germania

Uno dei maggiori punti di forza di”Un ponte per il Messico” e’ stato quello di aver dato visibilita, in una capitale europea cosi’ cruciale quale e’ Berlino, al caso Ayotzinapa. Le problematiche sono state analizzate in una dimensione multiprospettica civile, sociale,legale, accademica e culturale. L’attualità degli studi e ricerche presentati al Congresso ha rappresentato per i partecipanti, occasione di informazione, aggiornamento, riflessione e riformulazione di nuove questioni sull’argomento.

Una delle pecche della manifestazione è stata , quella di essersi svolta esclusivamente in spagnolo, ostacolando la comprensione ai non ispano parlanti. In ogni caso è stato un ponte che ha accorciato le distanze tra il Messico e la Germania attraverso il seme della curiosità, collaborazione, voglia di fare e solidarietà.

Testo: Vicky Nunez
Correzioni: Cinzia Bottigela