Archive for Agosto, 2016

7 Boxes (Paraguay, 2012)

Una ripresa aerea del Mercato 4 ad Asuncion ci introduce nel contesto in cui la vita di Víctor si sviluppa, la cinepresa si inserisce velocemente tra i negozi, la gente e i “diableros”, quelle persone che per pochi soldi trasportano merce da una parte all’altra.
Mentre Víctor fa castelli in aria, osservando uno spezzone di qualche film, perde un cliente. Niente da fare, deve proseguire la propria strada ed è proprio in quel momento quando la sua sorella lo stupisce facendo un video con l’ultimo aggeggio della tecnologia del 2005 (anno in cui si sviluppa la storia) cioè, un cellulare con video camera. “E’ come se fossi in TV” dice meravigliato, perché uno dei suoi sogni è proprio fare l’attore in TV, ma il suo sogno viene subito interrotto quando la sorella gli dice il prezzo di quel telefono: 600,000 Guarani paraguayani. Da quel momento in poi tutti i suoi sforzi li concentrerà esclusivamente per ottenere “la plata” (i soldi) per avere quel cellulare. Trova un lavoro apparentemente semplice che sarà retribuito con un’abbondante somma. Victor deve trasportare 7 casse per una distanza di otto strade. Quello che lui non sa però, è che sarà coinvolto in un crimine. Una sequenza di eventi che minaccerà perfino la sua vita.
Il dollaro a prezzi esorbitanti, la mancanza di soldi per coprire i bisogni più elementari, la mancanza di educazione, lo sfruttamento del lavoro, fanno parte della realtà di un continente latinoamericano che non ci è sconosciuto. Tutti i personaggi hanno una storia e tutte queste si mescolano avendo come denominatore comune i soldi, sia la mancanza sia il desidero di possederne di più.
7 boxes è un thriller paraguayano di eccellente produzione: un montaggio dinamico, qualche momento di musica elettronica (a volte fa venire in mente Slumdog Milionarie), magnifiche recitazioni e una storia ciclica. non ha niente da invidiare alle produzioni americane. Un esempio di come basti la volontà di fare bene le cose per riuscire ad avere un prodotto di buona qualità. Produzione piena di momenti intensi, con pennellate di umore nero, un ritratto ironico de la realtà dell’America Latina. Da non perdere.

(Traduzione Vicky Nuñez)


Ogni due settimane la Videomaker messicana Jazmín Camacho, nella rubrica FOTOGRAMAS ci fa partecipare alla sua grande passione – il cinema – e descrive dalla prospettiva della sua materia le sue impressioni recenti della scena cinematografica internazionale.

Rhino Season (Irán / Turquía, 2012)

Il film più recente di Bahman Ghobadi, regista kurdo-iraniano (a volte anche attore), autore di notevoli film quali “Il tempo dei cavalli ubbriachi” e “Dove volano le Tartarughe”, è incentrato, come gli altri, sulla questione kurda. Ghobadi questa volta ci racconta la storia del poeta kurdo Sadegh Kamangar, messo in prigione dal regime islamista dell’lran perchè accusato di scrivere poesia politica. Anche la moglie del poeta, Mina, viene condannata, perchè sostenitrice dell’attività “immorale” del marito. Uscita dalla prigione la donna pensa che suo marito sia morto e distrutta, decide di viaggiare verso Istanbul in compagnia dei suoi figli. In realtà Sadegh non é morto, ma è ancora in carcere e ci rimane fin quando un suo vecchio impiegato lo aiuta ad uscire finalmente dalla prigione e intraprende la ricerca della sua famiglia.

Film interpretato da Behrouz Vossoughi, Monica Bellucci e Yilmaz Erdogan, fa gala di brillanti recitazione impreziosita dalla stupenda fotografia di Touraj Aslani. Ognuno dei piani è in perfetta armonia Lontano dai colori brillanti del cinema iraniano, questo film rimane fedele ai toni pacati, a volte un tanto lugubri, presenti nella filmografia di Ghobadi. La musica, altrettanto bella, conserva i ritmi della musica tradizionale persiana, contestualizzando alla perfezione gli spazi dell’ universo di Rhino Season. I simbolismi e le citazioni di questo poeta, insieme alla bellezza visuale e uditiva fanno di questo film un capolavoro. Potrei anche dire che è il migliore film di Ghobadi ad oggi. Imperdibile per gli apassionati dei film di grande qualità.

(Traduzione Vicky Nuñez / Correzione Gaia Farina)


Ogni due settimane la Videomaker messicana Jazmín Camacho, nella rubrica FOTOGRAMAS ci fa partecipare alla sua grande passione – il cinema – e descrive dalla prospettiva della sua materia le sue impressioni recenti della scena cinematografica internazionale.

Musica di Still Unfound

Still Unfound è un sound che spazia dal trip-hop al dub passando per l’elettronica. Vi invitamo a sentire questo Duo bolognese. Still Unfound sta per ciò che manca, perché non è stato ancora trovato.

https://www.lavikina.com/it/musica/still-unfound/